top of page

E' un evento naturale ed imprevedibile. Causato, per la maggior parte dei casi, dallo scontro, in alcune zone del pianeta, di blocchi della crosta terrestre, chiamate placche tettoniche. Le zolle, nel loro lentissimo movimento l'una contro l'altra, provocano un enorme frizione, con accumulo di energia elastica delle rocce. Allorquando l'energia accumulata supera il punto critico di  resistenza delle rocce, avviene una repentina e massicia frattura che produce una serie di onde elastiche, dette onde sismiche, le quali si propagano in superficie e vengono avvertite. Questo è il terremoto.

Il punto, interno alla crosta terrestre dove si origina la frattura e l'evento sismico si chiama Ipocentro. La sua proiezione superficiale è detta epicentro, che coincide con il luogo di massima avvertibilità e, talvolta, di effetti, dell'evento. L'intensità del terremoto è tanto più elevata quanto maggiore è la frattura che avviene nelle rocce interessate. Gli effetti su persone o cose sono costituiti da una serie di elementi quali, la relativa pro- fondità ipocentrale ( la profondita' e gli effetti di direttivita' lungo la faglia ed il con- tenuto in frequenza delle onde sismiche influenzano il risentimento in superficie ) e, soprattutto, la resistenza delle costruzioni umane alle sollecitazioni delle onde sismiche.

Le zone di attività sismica sono per lo più concetrate sulle lineee di contatto delle placche tettoniche, là dove è minore l'equilibrio delle stesse. Le fratture superficiali (nell'ordine di 5/15 km di profondità) della crosta terrestre sono chiamate Faglie ed è in prossimità di esse che si originano i terremoti.

E' per questo che il terremoto, pur essendo un fenomeno assolutamente imprevedibile ed improvviso, di solito avviene con una certa ripetitività e frequenza nelle medesime zone, quelle appunto sopra citate.

Ha una durata che difficilmente supera il minuto. L'evento principale qualche volta  è preceduto da qualche scossa di "avvertimento", ma, soprattutto, è seguito da una serie di "repliche" minori, che sono causate dal naturale assestamento del terreno.

L'evento sismico viene misurato in base a due distinti criteri:

1) la magnitudo o scala Richter 
2) l'intensità o scala Mercalli MCS.

Con la prima si stima il valore dell'energia liberata dal sisma (da 1 a 9 gradi); con la seconda vengono stimati il grado di percezione sulle persone e gli effetti prodotti dalla scossa sulle cose tenendo conto del grado di vulnerabilità degli edifici e delle opere umane (da 1 a 12) . 
E' quindi difficile ed empirico accumunare le due scale, proprio perchè anche un sisma di medio-piccola potenza potrebbe provocare seri danni agli edifici e/o alle persone a seconda del grado di vulnerabilità degli stessi.

Scala Mercalli
I-II > Percezione strumentale
III-V > percezione crescente, reazioni di paura, caduta di oggetti, ma nessun danno
V-VII danni lievi agli edifici, in particolare a quelli non antisimici
VIII-XI > crolli e distruzione di una percentuale crescente di edifici
XII > sconvolgimento catastrofico. Storicamente mai raggiunto.

I più grandi e devastanti terremoti di questo secolo si sono verificati in Cile (M 8.9), Alaska (M 8.4), Cina (M 8.2), Isole del Pacifico (M 8.0), Iran (7.6), che hanno causato centinaia di migliaia di morti.

Tutti i terremoti sono il risultato del complesso movimento geologico delle zolle attive presenti sul nostro pianeta. Si possono immaginare le zolle come un insieme disomogeneo di pezzi di ghiaccio che si muovono sulla superficie di un lago. Scontrandosi, e sormontandosi, a volte deformandosi con secchi movimenti, ma soprattutto a causa di accumulo di forze elastiche trattenute da attriti che si sciolgono rapidamente, le zolle durante i terremoti, provocano onde sismiche che si generano all'interno della crosta terrestre e navigano poi sulla superficie di questa allontanandosi rapidamente in ogni direzione dall'epicentro. L'epicentro è il punto superficiale terrestre dal quale si dipartono le onde sismiche. Queste viaggiano con modalità diverse a seconda del tipo di materiale geologico che sono costrette ad attraversare, e provocano sul loro cammino, una serie di eventi più o meno catastrofici. Ipocentro invece, è chiamato il punto in profondità dal quale proviene la quantità maggiore di energia emessa durante un sisma.

Epicentro e Ipocentro

L'epicentro è il punto corrispondente sulla superficie terrestre da dove si propagano le onde sismiche di un terremoto. L'ipocentro è il corrispondente punto all'interno del pianeta, nel quale si sono sprigionate le forze che hanno causato il sisma.

Immagine tratta da: Il Modello Friuli – Provincia di Udine

 

Analizziamo perciò dall'inizio le possibili condizioni di genesi di un terremoto, partendo da un esempio tipico.

Siamo in presenza di una faglia trasforme, ovvero di due zolle su di una linea di contatto, spinte da due forze distinte e contrapposte. Naturalmente l'attrito tenderà a bloccare il loro movimento fino a quando l'accumulo di energia non sarà sufficiente a superare la resistenza dell'attrito. Superata la soglia dell'attrito, le due zolle si muoveranno rapidamente in direzioni opposte con movimenti paralleli alla linea di frattura, scatenando una serie di onde sismiche.

La profondità dell'ipocentro, punto dal quale partiranno tutti i tipi di onde sismiche, dipende dal punto di maggiore attrito, ma in genere si tratta, in questo caso, al massimo di poche decine di chilometri.

La grande energia che si è accumulata durante il blocco delle due zolle, tende quindi a liberarsi e a riportare le forze in condizione di quiete. Le tensioni cui sono sottoposte le zolle e il loro moto, possono essere paragonati a un cubo di pietra poggiato su una superficie ruvida e collegato ad un elastico. Mano a mano che l'elastico verrà teso, il blocco manterrà la sua posizione fino a quando non si sarà raggiunta una certa tensione, poi si muoverà rapidamente in avanti, quindi si bloccherà di nuovo finché l'elastico non avrà raggiunto nuovamente un ulteriore grado di tensione.

Durante il movimento, il cubo di pietra provocherà un rumore caratteristico, che non è altro che la manifestazione uditiva delle sole onde di frequenza udibile, tra tutte le altre emesse, che lo stesso ha provocato durante il suo movimento.

Allo stesso modo, due zolle geologiche durante un terremoto, provocheranno vari tipi di onde con uno spettro di frequenze anche ampio, alcune di frequenza molto bassa, non udibili, ma chiaramente avvertibili con apparati opportuni, altre, anche chiaramente udibili da uomini e animali.

Spesso, ma non sempre, un terremoto di una certa intensità, è preceduto da piccoli sommovimenti detti microscosse. La rilevazione delle microscosse può essere un valido sintomo di previsione entro periodi relativamente brevi. Purtroppo non sono a disposizione al momento attuale, conoscenze per fornire delle previsioni sufficientemente esatte e precise, né sulla potenza dell'evento, né sui tempi di accadimento dello stesso.

Dall'ipocentro, quindi, le onde si propagano generando una serie di compressioni e dilatazioni della roccia. Allontanandosi dall'ipocentro (internamente al pianeta) o dall'epicentro (sulla superficie terrestre), le onde si muovono con modalità diverse raggiungendo o meno determinate zone del pianeta.

La propagazione delle onde sismiche.

Leonde sismiche vengono generate all'interno del pianeta, in corrispondenza dello sprigionarsi di forze a seguito di attriti. La propagazione però non è né costante né lineare. Vi sono alcune zone del pianeta che deflettono la propagazione delle onde causando zone d'ombra nelle rilevazioni dei sismografi.

Immagine tratta da: I regni della Vita – Le montagne – Mondadori

 

Le principali manifestazioni sismiche sono di due tipi e si manifestano con terremoti di tipo sussultorio o ondulatorio. Il moto sussultorio si ha quando il terreno si muove rapidamente abbassandosi e rialzandosi, quindi con movimenti posti sull'asse verticale, il moto ondulatorio avviene quando il terreno si comporta come la superficie di un lago in cui vi si è gettato un sasso. Entrambi i moti, se le potenze in gioco sono molto elevate, sono estremamente distruttivi. Il movimento sussultorio può rapidamente sgretolare qualsiasi struttura non sufficientemente solida anche se di altezza minima, il moto ondulatorio, invece, provoca delle tensioni estreme in tutte le strutture elevate, generando un collasso strutturale, allorquando non siano state costruite con caratteristiche tali da sopportare questo tipo di sollecitazioni.

La propagazione delle onde sismiche è varia in funzione del tipo di terreno che attraversano. In corrispondenza di terreno roccioso e compatto, le onde si propagano con perdite di energia minima, diversamente lungo terreni ghiaiosi o comunque composti da rocce frantumate, le onde perdono più o meno rapidamente energia e si esauriscono lungo percorsi più brevi. Questo spiega perché talvolta determinate zone più lontane dall'epicentro siano più danneggiate rispetto ad altre più vicine.

I terremoti caratterizzati da ipocentri con profondità estreme, si parla anche di 700/800 km., quindi generalmente molto più profondi dello spessore medio della crosta terrestre, si formano quando una piastra è costretta a scendere a scendere al di sotto di una zolla.

Piastra in subduzione

I terremoti possono avere ipocentro anche molto profondo 7/800 Km. E ciò avviene quando le forze in gioco si trovano in corrispondenza di una piastra in subduzione.

Immagine tratta da: Il Modello Friuli – Provincia di Udine

 

L'immersione verso il basso di uno strato consistente di crosta, sarà perciò sollecitato da diversi tipi di forze, non ultime quelle che cercheranno di frantumarla. Piccole o grandi fratture interne, provocheranno quindi terremoti più o meno intensi che raggiungeranno la superficie terrestre dopo un lungo percorso, perdendo in tal modo intensità ed energia. Generalmente si può affermare che un terremoto con ipocentro vicino sarà maggiormente distruttivo e limitato in estensione, diversamente un sisma caratterizzato da ipocentro molto profondo, sarà meno violento ma ampiamente esteso.

Successivamente alla scossa principale, generalmente seguono delle altre scosse dette di assestamento, ovvero che liberano energie residue relativamente piccole. In qualche caso però queste energie residue possono risultare ancora di potenza sufficiente per provocare ulteriori fenomeni distruttivi.

L'esperienza indica che esistono due principali tipi comportamentali dei terremoti. Il primo, quello più temibile, accade quando sono in gioco forze elastiche e attriti molto elevati. Il che provoca un accumulo di energie che si liberano violentemente quasi in un'unica soluzione, manifestando effetti particolarmente distruttivi e soprattutto di difficile previsione riguardo alle tempistiche e alle energie liberate. Il secondo è caratterizzato da sommovimenti frequenti e prolungati nel tempo ma con intensità minore. Anche se i totali delle energie liberate possono, in certi casi, risultare analoghi, nel secondo caso i danni che si verificano sono in misura molto più limitata.

​

Fino a qualche decennio fa, i terremoti venivano classificati a seconda degli effetti visibili che provocavano nell'ambiente. La scala Mercalli, dallo scienziato italiano che le ha dato il nome, proponeva una scala da 1 a 12 gradi, all'interno della quale si poteva indicare il grado di potenza e di distruzione scatenato dal sommovimento tellurico.
Essa, in sintesi, prevede i seguenti stadi:


I – Non percepito dalle persone;

II – Percepito dalle persone in riposo nei piani alti degli edifici;

III – Percepito nelle case. Oscillazione di oggetti appesi. Vibrazioni simili al passaggio di autocarri leggeri. Stime della durata della scossa. Talvolta non riconosciuto come terremoto;

IV – Oscillazione di oggetti appesi. Vibrazioni simili al passaggio di autocarri pesanti. Scossa assimilabile a una pesante palla che percuote le pareti. Oscillazione di automezzi fermi. Movimento di porte e finestre. Tintinnio di vetri. Vibrazione di vasellami. Nello stadio superiore del IV scricchiolio di strutture in legno;

V – Risentito all'esterno. Possibile stima della direzione di provenienza. Sveglia di persone dormienti. Movimento della superficie di liquidi e versamento dai recipienti. Spostamento o rovesciamento di oggetti instabili. Oscillazione di porte che si aprono o si chiudono. Movimento di imposte e quadri. Arresto, messa in moto, cambiamento del passo di orologi a pendolo.

VI – Sentito da tutti. Spavento e fuga all'esterno degli edifici. Barcollare di persone in movimento. Rottura di vetrine, piatti, vetrerie. Caduta dagli scaffali di ninnoli, libri ecc. e di quadri dalle pareti. Spostamento o rotazione di mobili. Screpolature di intonaci deboli e di murature realizzate con materiali deboli. Suono di campanelli di chiese o di scuole. Stormire di alberi e cespugli.

VII – Difficile stare in piedi. Risentito dai guidatori di automezzi. Tremolio di oggetti sospesi. Rottura di mobili. Danni alle murature deboli incluse fenditure. Rotture di comignoli deboli situati sul colmo dei tetti. Caduta di intonaci, pietre, tegole, cornicioni (anche di parapetti isolati e ornamenti aRCHITETTONICI). Qualche lesione a murature. Formazione di onde sugli specchi d'acqua; intorbidamento di acque. Piccoli smottamenti e scavernamenti in depositi di sabbia e ghiaia. Forte suono di campane. Danni ai canali d'irrigazione rivestiti.

VIII – Risentito nella guida di automezzi. Danni a murature, crolli parziali. Alcuni danni a murature più robuste. Caduta di stucchi e di alcune pareti in muratura leggera. Rotazione e caduta di camini, monumenti, torri, serbatoi elevati. Costruzioni con strutture in legname smosse dalle fondazioni se non imbullonate; pannelli delle pareti lanciati fuori. Rottura di palizzate deteriorate. Rottura di rami di alberi. Variazioni di portata o di temperatura di sorgenti e pozzi. Crepacci nel terreno e sui pendii ripidi.

IX – Panico generale, distruzione di murature deboli, gravi danni alle altre murature, talvolta con crollo completo; seri danni a murature robuste (danni generali alle fondazioni). Gravi danni ai serbatoi. Rottura di tubazioni sotterranee. Rilevanti crepacci nel terreno. Nelle aree alluvionali, espulsione di sabbie e fango, formazione di crateri di sabbia.

X – Distruzione di gran parte delle murature e delle strutture in legname, con le loro fondazioni. Distruzione di alcune robuste strutture in legname e di ponti. Gravi danni a dighe, briglie, argini. Grandi frane. Disalveamento delle acque di canali, fiumi, laghi ecc. Traslazione orizzontale di sabbie e argille sulle spiagge e su regioni piane. Rotaie debolmente deviate.

XI – Rotaie fortemente deviate. Tubazioni sotterranee completamente fuori servizio.

XII – Distruzione pressoché totale. Spostamento di grandi masse rocciose. Linee di riferimento deformate. Oggetti lanciati in aria.


Circa trent'anni fa, la necessità di realizzare una scala più adeguata di quella di Mercalli relativamente alla potenza liberata dai terremoti, ha dato esito alla scala Richter, dal nome dello scienziato che l'ha ideata. La scala Richter prevede un confronto matematico tra i tracciati sismici rilevati in più stazioni nel mondo e una campione posta a 100 Km. dall'epicentro. Con questo sistema è stato possibile calcolare l'effettiva potenzialità liberata dai vari terremoti.

La scala Richter ha definito: “magnitudo”, il logaritmo dell'ampiezza massima della scossa misurata.
La scala Richter, a differenza di quella Mercalli parte dal valore di zero, che equivale alla liberazione di un'energia pari a 1012 erg. Fino a oggi non sono stati registrati terremoti con una magnitudo superiore di 8,6, pari a circa 1025 erg.
Per avere un'idea dell'energia dei terremoti, basti pensare che un terremoto di magnitudo 6, libera una potenza pari a quella della bomba atomica esplosa su Hiroshima, valutata pari a 30 milioni di kilowattora.

​

Un forte terremoto potrebbe improvvisamente cambiare le condizioni della vostra vita in modo drammatico. Ciò potrebbe non accadere o, quanto meno, i disagi, i rischi e i danni potrebbero essere molto contenuti, se vi preparerete ed adotterete alcuni accorgimenti e comportamenti prima che esso avvenga. La sopravvivenza vostra, dei vostri familiari e la salvezza della vostra casa, spesso dipende da quanto bene vi siete preparati ad affrontarlo. I suggerimenti che seguono potranno aiutarvi ad organizzare un semplice, ma efficace piano per affrontare le emergenze durante e immediatamente dopo un forte terremoto.

Cosa fare PRIMA di un terremoto:

  • Predisponete e mantenete efficiente una scorta d’emergenza che comprenda cibi, acqua, attrezzi ed utensili, torce elettriche, una radio portatile, batterie di riserva, vettovaglie, medicine, un kit di pronto intervento medico, denaro e coperte;

  • Con serenità, ma con realismo, parlate con i vostri familiari dell’eventualità di un forte terremoto e pianificate con loro un programma d’emergenza. Non spaventateli con racconti scabrosi;

  • Individuate in ciascuna stanza della vostra casa i punti sicuri (gli angoli, sotto gli architravi delle porte, fra le murature interne);

  • Individuate in ciascuna stanza della vostra casa i punti pericolosi (vicino alle finestre, specchi, oggetti sospesi o infiammabili, mobili o soprammobili instabili);

  • Eseguite delle esercitazioni pratiche così che i vostri familiari conoscano bene i punti sicuri della vostra casa e come raggiungerli nonché le vie d’uscita più rapide;

  • Decidete come e dove la vostra famiglia si debba riunire se al momento del terremoto è separata;

  • Scegliete ed accordatevi con un parente od un amico che viva fuori della vostra regione ed al quale i membri della famiglia che si trovano separati al momento del terremoto possano comunicare dove si trovano e le loro condizioni;

  • Imparate i primi interventi di aiuto medico, frequentando i corsi presso la Croce Rossa o le altre Organizzazioni della vostra comunità;

  • Imparate ad interrompere l’erogazione del gas, dell’acqua e dell’elettricità nel caso che le linee siano danneggiate. ATTENZIONE: non tentate di riparare da soli l’impianto di erogazione del gas o dell’elettricità. Chiamate la Compagnia che lo gestisce;

  • Fate controllare da personale esperto la stabilità dei camini, delle pareti, del tetto, dei cornicioni, dei davanzali e delle fondazioni della vostra casa;

  • Assicuratevi che tutti gli oggetti instabili siano bene assicurati alle pareti (credenze, quadri, lampadari e specchi, soprattutto se situati sopra il vostro letto);

  • Assicuratevi che tutti gli oggetti e le sostanze infiammabili (vernici, spray, pesticidi e prodotti di pulitura) siano riposti in luoghi sicuri e protetti;



Aiutate i vostri vicini ad essere autosufficienti dopo un terremoto:

  • COME CITTADINI, sostenete attivamente e partecipate ai programmi di prevenzione organizzati dalle Autorità;

Cosa fare DURANTE un terremoto.

INNANZI TUTTO CERCATE DI RESTARE CALMI.

​

Rassicurate coloro che vi sono vicini e valutate attentamente le conseguenze degli atti e delle iniziative che intendete assumere;
 

  • SE VI TROVATE ALL’INTERNO di una casa non uscite. Rifugiatevi sotto una sedia o un tavolo, in un angolo della stanza o sotto l’architrave di una porta;
     

  • SE VI TROVATE ALL’ESTERNO, affrettatevi in un’area aperta, lontano da alberi, ponti, edifici, recinti in muratura e linee elettriche sospese;

  • SE VI TROVATE ALL’INTERNO di un grande edificio o di un condominio, state lontano dalle finestre o dai muri esterni. Rifugiatevi sotto un tavolo. Non usate gli ascensori; 
     

  • SE VI TROVATE SU UNA SPIAGGIA O NELL’IMMEDIATA VICINANZA DEL MARE allontanatevi subito verso l’interno. Alla scossa tellurica potrebbero seguire ondate di maremoto;

  • SE STATE GUIDANDO, accostate ai bordi della strada e fermatevi. Evitate di sostare in prossimità di ponti, sopra passaggi e linee elettriche sospese. Restate all’interno della vostra auto e non uscite fino a quando la scossa tellurica non sarà cessata;

  • SE VI TROVATE IN UN POSTO PUBBLICO AFFOLLATO non precipitatevi a spingere verso l’uscita. Restate dove siete, accovacciatevi e proteggete la testa con le vostre mani e le vostre braccia.

Cosa fare DOPO un terremoto:

  • Accertate la presenza di feriti fra i vostri familiari ed i vostri vicini. Non tentate di muovere persone gravemente ferite a meno che non si trovino in immediato e grave pericolo;

  • Accertatevi della presenza di focolai di incendio o di perdite di gas;

  • Prestate i primi soccorsi ai feriti leggeri. Infondete coraggio ai vostri familiari e ai vostri vicini; invitateli con calma a seguire i vostro esempio;

  • Se non esiste un’immediata e grave emergenza, non tentate di usare il telefono e lasciate libere le linee;

  • Preparatevi ad essere autosufficienti per almeno i tre giorni successivi;

  • Verificate la presenza di perdite nelle tubature del gas, dell’acqua e rotture di fili della corrente elettrica. Se accertate la presenza di danni, chiudete l’erogazione al rubinetto o al contatore principale; comunicate immediatamente alle relative Compagnie che gestiscono i servizi gli eventuali danni o perdite. Avvisate subito i vostri familiari e i vostri vicini del pericolo dei danni e delle perdite rilevate ed invitateli a tenersi a distanza;

  • Controllate la stabilità e i danni subiti dalla vostra casa da una distanza di sicurezza. Fate attenzione in particolare ai camini, ai cornicioni, il tetto, le murature esterne e le fondazioni. Se entrerete nell’edificio, non fate alcun rumore, aprite piano le porte e fate attenzione al pericolo derivante da oggetti o strutture instabili;

  • Accendente il vostro telefono cellulare e la radio e restate in ascolto di istruzioni e di notizie;

  • Non usate la vostra automobile se non esiste una grave necessità. Lasciate libere le strade per la circolazione dei mezzi di emergenza;

  • Siate preparati alle scosse telluriche di assestamento. Queste, spesso, seguono un forte terremoto per diversi giorni o settimane e possono essere anche di forte intensità;

  • Restate calmi e stringete la mano di coloro che vi sono accanto;

  • Non intralciate gli interventi di soccorso. Mettetevi a disposizione delle Autorità e delle squadre di soccorso e collaborate con loro se vi sarà richiesto.

  • Non entrate in aree gravemente danneggiate se non sia stato espressamente richiesto il vostro aiuto;

 

Se sarete evacuati, lasciate un messaggio sulla vostra casa dove indicare ai vostri familiari dove potrete essere rintracciati. 


Essere autosufficienti per almeno tre giorni

Le prime 72 ore successive ad un forte terremoto sono critiche. L’elettricità, il gas, l’acqua, i telefoni potrebbero non funzionare. Oltre tutto, le Forze dell’Ordine, i Vigili del Fuoco, l’Esercito e le Squadre della Protezione Civile saranno indaffarate a risolvere situazioni molto serie e critiche. Dovrete essere preparati ad essere autosufficienti (capaci di vivere senza acqua corrente, elettricità o gas, telefoni o l’assistenza dei servizi di assistenza) per almeno tre giorni successivi al terremoto. Per ottenere ciò sistemate in un posto conosciuto da tutti i familiari, accessibile, preferibilmente all’esterno della vostra casa, il seguente materiale:

  • VIVERI - Per almeno tre giorni, preferibilmente una settimana. Preferite cibi in scatola che si conservano a lungo. Sostituite tutti gli alimenti alla data di scadenza della loro validità. Tenete conto della presenza in famiglia di infanti o di persone tenute a rispettare diete particolari;

  • ACQUA - Considerate il fabbisogno per ciascuna persona in 5 litri d’acqua il giorno per tre giorni, preferibilmente una settimana. Conservatela in luogo fresco in contenitori di plastica e sostituitela ogni tre mesi. Può essere purificata, se necessario, con particolari prodotti chimici facilmente reperibili. L’acqua costituita dai cubetti del ghiaccio del freezer o contenuta nelle cassette dello scarico dei W.C. possono costituire un’ulteriore scorta;

  • KIT DI PRONTO SOCCORSO – Assicuratevi che sia ben rifornito, soprattutto di bende e disinfettanti. Sostituite tutti i prodotti alla data di scadenza della loro validità.

  • ESTINTORI – I vostri estintori dovrebbero essere utilizzabili per tutti i tipi di fuoco. Insegnate ad usarli a tutti i membri della vostra famiglia;

  • TORCIE ELETTRICHE – Con batterie di riserva. Mettete una torcia elettrica, a portata di mano, sotto il vostro letto ed altre in diversi altri punti della casa. NON ACCENDETE CANDELE O FIAMMIFERI prima di esservi accertati che non vi sono perdite di gas;

  • RADIO PORTATILE – Con batterie di riserva. Molti telefoni potranno essere fuori servizio o limitati ad usi di emergenza. La radio sarà la vostra migliore fonte di informazioni;

  • CUCINA PORTATILE E VETTOVAGLIE – O fornello da camping con sufficienti bombole di gas di scorta per alimentarla. Anche una griglia per barbecue può bene assolvere il compito della cottura dei cibi.

  • ELENCO TELEFONICO DI EMERGENZA – Create un elenco dei numeri telefonici dei Vigili del Fuoco, Ospedale, Protezione Civile, Compagnia del Gas, Compagnia elettrica, dei Carabinieri e del Municipio.

  • ESERCITATEVI – Fate delle esercitazioni con la vostra famiglia per affrontare un forte terremoto. Rivolgetevi alle Associazioni di volontariato ed alla Protezione Civile per ottenere maggiori e più dettagliate informazioni.

bottom of page